I Campi Flegrei
Giovanni Mangiapia | Pubblicato il |
I Campi Flegrei ovvero “Campi Ardenti”, così chiamati dagli antichi greci che per primi descrissero questo territorio a nord-ovest di Napoli e se ne innamorarono. Il nome dato denota il loro stretto legame con l’attività vulcanica ancora presente in numerose forme come solfatare, bradisismo e acque termali. Essi si estendono dalla collina di Posillipo fino alla collina di Cuma, dai Camaldoli alla zona di Quarto, a tre isole dell’arcipelago partenopeo, Nisida, Procida ed Ischia.
Chi viene da queste parti sappia che incontrerà il Paradiso e l’Inferno, l’origine e la Storia, il sacro e il profano, i misteri della Sibilla e l’arcano dei Cimmeri, la cultura greca e romana, passando per Boccaccio e Dante fino a tanti personaggi che visitarono queste zone durante i loro Grand Tour in Italia. Piccole e grandi perle, come Pozzuoli, Baia, Miseno e Cuma.
Il paradiso che Orazio descrisse in un verso “Nullus in orbe baiis praelucet amoenis…”,
“Nulla al mondo risplende come l’ameno seno di Baia…”.
Le bellezze del territorio si aprono e si nascondono tra il mare e i dolci colli dell’interno, i seni, i promontori, le spiagge e ben quattro laghi, di cui tre di origine marina e l’altro di acqua dolce, di origine vulcanica dal nome che si perde nel mito, Averno! E’ qui che i greci posero l’Ade, il regno dei Morti. E qui Dante pose L’ingresso all’Inferno.
Come scrissi una volta: “Vengo dalla terra dei fuochi, il luogo dove l’ardore italico si fuse con la cultura greca e da quella scintilla ebbe luogo la modernità. Terra decantata fin da Omero, conosciuta e temuta, in quanto, per la sua unica e irripetibile natura, fu identificata come l’ingresso all’Ade. Qui “Nessuno”, Ulisse, divenne mito dopo aver affrontato il mistero ultimo ed essere riuscito a tornare alla luce della sua esistenza. Ancora qui, all’esule troiano, Enea, dopo aver imitato il greco eroe e dopo tante battaglie e sofferenze, venne svelato, dal famoso oracolo della Sibilla cumana, il glorioso futuro cui egli avrebbe dato origine. È la terra dove tutto è possibile e dove anche la leggenda dei Cimmeri ha lasciato traccia.
Terra di fuoco e di lava, di vulcani e particolarità. Una terra che balla e salta sotto l’input del braciere sotterraneo. Una terra bella e unica, dove acqua vento terra e fuoco interagiscono come da nessun’altra parte. Questa, signori è la mia terra.
Tutti gli dèi avevano voluto mettere qualcosa di loro. Giunone aveva regalato la sua fertilità, Eolo aveva distribuito i suoi otri, Venere elargito la sua incommensurabile bellezza, Marte aveva voluto che lì nascesse il simbolo della potenza romana, Vulcano regalò tutta la sua sapienza e acque caldi termali affioravano in più parti, Bacco volle piantare i famosi vitigni dell’antichità e anche Proserpina aveva fatto di quella terra la sua residenza. Infine, Giove la aveva adottata come luogo di riposo di divertimento e di godurie. Una terra dove tutto nasce e dove tutto muore.”
E tu sei pronto per questa avventura?
Scritto da: Rino Costigliola
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